17 ottobre 2016
La sorprendente dichiarazione del segretario della NATO Stoltenberg, che annuncia l’invio, nel 2017 nei Paesi Baltici e in Polonia, alle frontiere con la Russia di quattro battaglioni della NATO, costituisce la logica conseguenza della politica che da qualche tempo la stessa NATO sta conducendo. Nel meeting della stessa a Varsavia del giugno scorso, vennero denunciati atteggiamenti aggressivi da parte Russa e la preoccupazione, da parte dell’Alleanza, di un progressivo peggioramento dei rapporti Russia NATO, a causa di tali aggressivi comportamenti.
Ho già avuto modo di stigmatizzare tali affermazioni da parte della NATO, dal momento che obiettivamente, al di là di episodi minori quali la Crimea e il Dombass, legati a ragioni etniche e non certo a volontà di aggredire i paesi Nato da parte russa, una politica di tal genere non può fare altro che peggiorare i rapporti, con inutili aumenti della tensione, difficoltà nelle relazioni e altrettanti inutili spese.
In occasione di un incontro Renzi-Putin di qualche mese addietro, il nostro Presidente del Consiglio, rispose alle lamentele del Russo che denunciava tale atteggiamento litigioso della Nato, affermando, giustamente, che “la guerra fredda era acqua passata”, e che era invece opportuno collaborare in pace e amicizia.
Appare perlomeno strano che, mentre il nostro Presidente del Consiglio formulava queste giuste considerazioni, a Varsavia l’Italia desse la sua disponibilità per la partecipazione, con una compagnia di soldati, allo schieramento dei quattro battaglioni, dal momento che tale schieramento, pur di nessun peso di carattere militare, costituisce, certamente una poco simpatica provocazione nei confronti della Russia.
Se poi, la giustificazione adombrata, è quella che tale decisione è in risposta allo schieramento da parte Russa di alcune batterie missilistiche, allora veramente stanno, entrambi, giocando coi soldatini.
Ho già detto in precedenza e ora ribadisco, che non è pensabile l’esistenza di una minaccia Russa ai paesi della Nato. Non esiste per ragioni obiettive di convenienza e di possibilità.
Quale vantaggio di carattere politico o economico, potrebbe derivare alla Russia da una aggressione alla Nato? Nessuno! Solo guai! Dal punto di vista prettamente militare, poi, oggi la Russia possiede un potenziale operativo, assolutamente inferiore a quello posseduto dalla NATO e certamente tale da dissuadere ogni voglia di avventura aggressiva.
Da diverso tempo vado ripetendo che non esiste oggi nessuna grave minaccia convenzionale nei confronti dell’U.E. e che lo spropositato e costoso arsenale convenzionale è inutile, mentre sono effettive la minaccia terroristica e soprattutto quella cibernetica. E’ nei loro confronti che vanno spesi i soldi per mettere a punto strategie comuni di difesa ed non per difendersi da una minaccia che non esiste, o è molto attenuata.
E’ agli USA che interessa mantenere una Nato come strumento convenzionale e, soprattutto, come strumento di influenza internazionale. Infatti, puntualmente Washington ha plaudito all’invio dei quattro battaglioni. All’U.E. serve assai meno, mentre è necessaria maggior forza nel contrasto al terrorismo e, soprattutto, alla minaccia cibernetica, la quale , già oggi, sottopone a migliaia di attacchi le strutture dell’Unione
L’Italia deve certamente mantenere con gli USA un rapporto di amicizia preferenziale, ma deve saper far rispettare (come tutti fanno), anche i propri interessi. Con la Russia è, per noi importante sviluppare rapporti di amicizia e collaborazione. Mandare nostri soldati alla frontiera dei Balcani, con la Russia, non è certamente il massimo per facilitare tali rapporti.
Per fortuna, come ho detto, vere minacce non ci sono e, finche giocano ai soldatini, non ci si deve preoccupate più di tanto. In fondo, entrambe le parti stanno al gioco.
On. Gen. Luigi Ramponi