Roma, 8 marzo 2001

Con questo convegno dedicato al personale delle Forze Armate si chiude il cerchio disegnato dai precedenti tre Convegni dedicati al mondo della Difesa.

Dopo aver definito nel primo la collocazione moderna e l’assetto strutturale dello strumento di difesa italiano nel nuovo contesto Europeo concordato ad Helsinki, in funzione della nuova realtà di sicurezza e stabilità per la pace internazionale, sono stati illustrati, nel secondo, il grande impegno in termini di quantità e qualità ed i prestigiosi successi acquisiti dalle Forze Armate Italiane nelle operazioni internazionali di pace.

Nel terzo, dal titolo “L’industria aerospaziale e della difesa, motore della ricerca tecnologica” si è messo in luce  il ruolo fondamentale svolto dall’industria sia per assicurare mezzi adeguati alle Forze Armate della nazione, per lo svolgimento della funzione di operatori di sicurezza, sia per acquisire conoscenze e capacità tecnologiche sempre più utilizzabili nell’universo della produzione civile, assicurando all’industria Italiana in generale aree di eccellenza tecnologica e di elevata competitività.

Questo Convegno che conclude il ciclo è dedicato al personale che costituisce l’elemento fondamentale  ed è, come appunto dice il titolo, il protagonista della soluzione del problema Difesa. Per poter impostare e gestire  l’organizzazione del lavoro degli operatori della Difesa è indispensabile avere coscienza e conoscenza dell’atipicità della professione militare.

In generale ogni professione, ogni tipo di lavoro ha una propria peculiarità sia sul piano etico, sia su quello tecnico ma, la professione militare, ha caratteristiche che la rendono unica ed atipica rispetto a tutte le altre.

Tale atipicità è particolarmente caratterizzata da:

  • concorsi di ammissione alla carriera e agli studi molto severi, a diversi livelli; giudizi annuali e ripetute valutazioni per progredire durante tutto l’arco professionale;
  • capacità di operare in qualsiasi momento ed in qualsiasi ambiente naturale e meteorologico;
  • numerosi cambi di sede con ripercussioni economiche e con intuibili disagi nei confronti della famiglia;
  • integrità di comportamento e coraggio difronte al pericolo ed ai tanti rischi insiti nell’attività professionale.

A questi elementi vanno poi aggiunte due peculiarità assolutamente uniche: all’operatore della difesa e della sicurezza, e solo a lui fra i suoi dipendenti, lo Stato affida un’arma per lo svolgimento del suo lavoro  e, nel contempo, egli è l’unico lavoratore al quale, come noto, non è consentito il diritto di sciopero per la tutela dei propri interessi.

Il Convegno si propone di analizzare i fatti di questa atipicità per poter poi, in maniera cosciente e responsabile, giungere alla formulazione di proposte tali da assicurare ai “protagonisti” un conveniente contesto nel quale operare e, all’Italia, uno strumento dedicato ed affidabile per la propria sicurezza.

Partecipanti: On. Ramponi – Gen. C.A. Simeone – Gen. C.A. Calamani – On. Mattarella – On. Casini – On. Spini – Dott. D’Antoni – On. Gasparri – On. Fini