di Libero Traglia

 

Il lavoro intrapreso dal Cestudis attraverso i suoi convegni (vedi apposita sezione) ha evidenziato un’appassionata partecipazione dei relatori appartenenti prevalentemente alle pubbliche amministrazioni interessate.

Il mondo politico, in modo assolutamente trasversale, non è stato da meno.

Il quadro dei risultati che si sono delineati, con il supporto decisamente incoraggiante dato dalla presenza di uditori e dai numerosissimi contatti di quanti non hanno potuto assistere direttamente allo svolgimento dei convegni, impone al Cestudis di ripensare, rimodulare e implementare il sistema per veicolare il proprio lavoro e, soprattutto di allargare e accogliere in un luogo di studio, incontro e confronto non solo quanti professionalmente “vicini” ai temi della Difesa e Sicurezza ma anche studiosi, appassionati e, soggetti comunque differenti per attività, motivazioni, età, interessi, ecc.

Vogliamo continuare a dibattere ai massimi livelli istituzionali e politici ma con una nuova linfa proveninete direttamente dalla società o da quella parte che vuole attivamente, ed anche per una sola volta, essere un’operatore di pace o che si riconosce di esercitare e/o poter esercitare la pace come un mestiere e non solo con le idee o con le opere ma anche con gli strumenti attivi che provengono dal mondo della scienza e della tecnica.

Giovani, studenti, professionisti, religiosi e/o esperti di culto, imprenditori, accademici, politici e operatori della scienza e della tecnica che voglio aiutare a tradurre le complessità della Difesa e della Sicurezza …. della guerra e della pace, in un coerente percorso di Informazione, Formazione e Cultura specifica possono con noi così affiancare i “civili” direttamente impegnati (istituzioni pubbliche, ONG, ONLUS, professionisti dell’aiuto umanitario ecc.) ed i militari (e assimilati ecc.) che operano per la costruzione della pace.

La mobilitazione è il nostro nuovo grande impegno.

La globalizzazione ha prodotto nuovi circuiti di cooperazione e collaborazione per il pianeta che diventa sempre più un “villaggio globale” nel quale però le spinte globaliste portano anche fratture che spingono verso uno stato di guerre permanenti in un contesto storico definito “età dell’ansia(1) ove i cambiamenti in atto stanno trasformando i rapporti tra Stati e il modo di vivere della popolazione.

Pace e guerra non sono più una coppia bipolare antitetica che coniuga due assoluti rigidamente opposti e distinti: un’ermeneutica rigorosa ci rivela una dolorosa realtà in cui i concetti si svuotano dei valori primari, si fondono tra loro e si trasformano l’uno nell’altro. É dai presenti accordi di pace che scaturiscono nuove guerre, mentre le guerre stesse vengono dichiarate in nome della pace. Religioni, culture, etnie diventano elementi di un lessico in cui indifferentemente questo sistema di valori è strumento ora di pace ora di guerra. (2)

Guerre simmetriche, asimmetriche, convenzionali, nucleari ecc… terminologie contemporanee che definiscono e caratterizzano uno scontro armato sono armai affiancate dalle nuove frontiere di guerra dette Cyberwar o guerre digitali “capaci e necessarie” per aumentare il “vantaggio sul campo” nei conflitti più o meno dichiarati.

Prove operative e non solo, sono cronache di questi ultimi anni dagli episodi del 2007 della Cyberwar Estone ecc.

I pirati delle reti digitali forse non sono controllati dagli Stati ma probabilmente alcuni di questi non li ostacolano e un gioco pericoloso può diventare così letale.

Si pensi al blocco per alcuni giorni delle reti digitiali che controllano l’erogazione di gas, acqua, energia, telecomunicazioni, trasporti ecc.

É quì la nuova frontiera che può essere di conquista e/o di sopraffazione di un Paese anche senza ricorrere all’uso tradizionale delle armi.

Affianca e si integra quindi con “l’età dell’ansia” l’Homeland Security che è ormai divenuta una scienza che si occupa di garantire un’adeguata protezione delle principali infrastrutture strategiche di un paese e soprattutto delle reti telematiche che le gestiscono, contro eventi catastrofici di origine intenzionale.

La rilevanza della nuova scienza ha indotto già il mondo accademico, le istituzioni e le aziende a promuovere nuove figure professionali specializzate di altissimo livello (sono in corso di svolgimento master in Homeland Security).

La Difesa e la Sicurezza quindi non più come compito istituzionale di due o tre ministeri ma ormai dovere/potere trasversale pubblico-privato… e di ogni parte quindi della società civile e produttiva.

Ed è in questo contesto che il Cestudis vuole esprimere un significativo luogo di ricerca di studio e di confronto aperto a tutti.

Non sostituirsi alle istituzioni ne coprire vuoti eventualmente esistenti ma promuovere, in analogia ai convegni svolti, incontri ad altissimo livello per sensibilizzare (e/o sensibilizzarCI)… dai vertici delle organizzazioni governative e non, al mondo delle idee, dei progetti e dei processi anche scientifici, sulle dinamiche vecchie e nuove della Difesa e Sicurezza… della guerra e della pace termine questo usato, abusato e circoscritto ma che rappresenta sempre più un grande cantiere con i lavori sempre in corso e con maestranze “sia operaie che di management” dal reclutare in ogni lato o angolo della società civile.

Benvenuti a tutti

Per partecipare e collaborare alle attività del Cestudis, invia il tuo curriculum, se vorrai che venga pubblicato nella sezione “Collaborazioni” ed il tuo lavoro da inserire nell’ “Area Editoriale” indicandone la sezione corrispondente Informazione e/o Cultura.

(1) Rob Mc Rae diplomatico canadese già rappresentante permanente del Canada presso la Nato.

(2) Da i corsi di formazione per operatori di pace di A. Panaino Professore di Filologia Iranica dell’università di Bologna e direttore Is.I.A.O. sezione Emilia Romagna

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