Uno squarcio nello Spazio italiano. Da oggi, le aziende che vorranno superare l’atmosfera e affacciarsi a un mercato in profonda espansione potranno contare sul supporto di Argotec, la società torinese che ha lanciato dalla Borsa italiana, a Milano, il progetto Open Space. Si tratta di fornire un assistenza a 360 gradi per le realtà produttive estranee (per ora) allo Spazio così da farle salire a bordo delle prossime missioni in giro per l’Universo, tra colonie lunari e turismo spaziale.
L’EVENTO
A presentare il progetto David Avino, il fondatore e managing director di Argotec, insieme all’astronauta Paolo Nespoli, il sottosegretario al Mise Gian Paolo Manzella e il coordinatore dell’Intergruppo parlamentare per l’Aerospazio Niccolò Invidia. Insieme a loro, moderati da Fulvio Giuliani di Rtl102.5, sono intervenuti tra gli altri il direttore generale Italia di Audi Fabrizio Longo, il direttore generale di Reale Group Luca Filippone e la head Italy&Europe di Elite Marta Testi. Sono proprio queste tre i partner dell’azienda di Torino nell’avventura dell’Asse, l’Argotec Sharing Space Economy, un ecosistema a 360 gradi con cui si forniranno i servizi di ingegneria, assicurazione, assistenza finanziaria e commercializzazione.
IL MODELLO
Al motto di “explore with us new horizons for your business”, la parola d’ordine è contaminazione, e il primo esempio è quell’espresso, il primo della storia, sorseggiato a bordo della Stazione spaziale internazionale nel 2015 da Samantha Cristoforetti. Un primato tutto italiano, frutto della partnership siglata da Argotec con Lavazza, primo caso del genere nel Vecchio continente. Lo ha ricordato Alessandra Bianco, direttore delle Pubbliche relazioni di Lavazza, senza nascondere la soddisfazione per “un sogno che è diventato realtà”. In più, ha detto Avino, “grazie a quel progetto abbiamo fatto vera innovazione”. Studiare quella soluzione ha infatti portato alla registrazione di due brevetti, di cui uno “riportato a Terra” che “permette di risparmiare il 40% di acqua a ogni erogazione”.
“C’É SPAZIO PER TUTTI”
Come Lavazza possono essere tante le aziende estranee al settore a superare l’atmosfera, dal luxury per i facoltosi turisti spaziale al tessile per i lavoratori del futuro, passando per la meccanica, la farmaceutica e il food&beverage. “C’è veramente Spazio per tutti”. E se è a dirlo è l’astronauta Paolo Nespoli, che per tre volte si è dovuto abituare a vivere negli spazi angusti della stazione spaziale internazionale, forse bisogna crederci. “Anche le cose impossibili – ha detto indicando sul palco la IssEspresso – ogni tanto possono essere realizzate”. Il progetto convince anche la politica, che ha partecipato con una nutrita (e bipartisan) delegazione dell’Intergruppo parlamentare Aerospazio. “Per una volta – ha detto il coordinatore Invidia nel suo intervento – anticipiamo la concorrenza e rendiamo l’Italia il punto di riferimento della New space economy”.
UN PROGETTO APRIPISTA
Argotec, lo aveva anticipato Gian Paolo Manzella, “si propone come apripista per fare gruppo di imprese e di made in Italy, facendo capire che lo Spazio è davvero vicino; non una nicchia di mercato, ma un settore in cui l’Italia può giocare un ruolo davvero importante”. Anche per la politica, ha aggiunto il sottosegretario del Mise, “c’è grande bisogno di suggerimenti e proposte da parte di chi è all’avanguardia”. L’azienda di Torino pare esserlo. Con circa 50 dipendenti e un’età media di 29 anni, ha notato Avino, partecipa “con orgoglio” a tante missioni, realizzando “all in house” soluzioni apprezzate anche dalla Nasa, che non a caso a deciso di portare i suoi mini-satelliti intorno alla Luna o contro un asteroide nello Spazio profondo. Ora vuole portare in quest’avventura altre realtà della Penisola: è lo Spazio aperto, o meglio l’Open Space.
IL VALORE DEL SETTORE
L’iniziativa è stata inoltre occasione per fare il punto sul settore, ha notato Manzella. Lo Spazio “è un settore chiave per la nostra politica industriale, che ha un valore di circa 2 miliardi l’anno e occupa circa settemila persone”. L’occasione è stata altresì utile “per riaffermare l’importanza del programma Space economy, un esempio di collaborazione unico tra Stato, Regioni e impresa per promuovere utilizzi terrestri di tecnologie spaziali e per capire che è un settore in cui c’è sempre più spazio per imprese normali e del made in Italy”. Infine, ha spiegato il sottosegretario, è utile “ricordare che se oggi abbiamo tante eccellenze e l’Italia è un grande Paese dello Spazio è anche grazie a personalità come Luigi Broglio e Carlo Buongiorno, pionieri dello spazio italiano e promotori di progetti e scuole che ancora producono sapere e lavoro”. Per questo, ha detto concludendo, “il nostro lavoro di oggi e domani, quello della politica, della scienza, dell’impresa, poggia su spalle solide”.