3 maggio 2017

Il mio amico Dott. Nello Frosini, mi ha chiesto una riflessione sui recenti fatti relativi all’immigrazione. Nonostante abbia qualche difficoltà di salute, lo scrivo, glielo e ve lo mando.

Dopo la disastrosa decisione di dar vita all’operazione Mare Nostrum nel novembre 2013, scrivevo della mia perplessità e della mia contrarietà all’operazione nel suo complesso.

Ho ribadito questo concetto in un’altra riflessione tre anni dopo dal titolo” Viviamo i risultati di una politica dissennata”, che ha portato a gravi accadimenti quali:

-fortissimo aumento del flusso migratorio;

-aumento esponenziale dei morti per annegamento;

-diffuse pessime condizioni di accoglienza e integrazione;

-infiniti episodi di disagio della popolazione nazionale;

-pesante carico finanziario

E altro.

Di recente, una dichiarazione del Procuratore della Repubblica di Catania ha diffuso la notizia che esistono prove che alcune ONLUS, si recano direttamente sulla costa libica per imbarcare i clandestini e che esisterebbero  contatti diretti tra costoro e i trafficanti. L’iniziativa delle ONLUS indiziate, è vista anche come intenzione di procurarsi abbondanti ritorni economici e clandestini imbarcati.

Alcune considerazioni sul fatto:

-le affermazioni del Procuratore della Repubblica di Catania, considerata l’origine, debbono ritenersi affidabili;

-aggiunge consistenza alla notizia, il fatto che anche le procure di Palermo e di Trapani stanno, a loro volta, indagando in proposito nella stessa direzione.

Quanto accade, non è che il superamento logico, pratico e, se vogliamo intelligente, della stupidissima decisione di far fare, ai poveri migranti, il tratto dalla costa al limite delle acque territoriali, in condizioni di grave pericolo, per avere poi la facoltà di “soccorrerli”. Una stupidaggine incredibile.

Certo l’accordo Onlus – trafficanti non è entusiasmante, ma è, anche questo, la conseguenza della irresponsabile decisione iniziale.

La strada da seguire per cercare di risolvere la situazione, comunque difficile, l’ho indicata nelle due precedenti riflessioni sull’argomento e non ritengo sia il caso di ripeterle.

In conclusione un commento a certi interventi apparsi sui mass media:

-alcuni alti prelati hanno contestato la notizia, etichettandola, seppur con molti distinguo, come propaganda anti Onlus e anti accoglienza. Facevano meglio a star zitti lasciando procedere le indagini;

-uno dei vice Presidenti della Camera l’On. Di Maio del movimento cinque stelle, ha subito denunciato “politicamente” la cosa, chiedendo l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare. La solita uscita “politica” di nessun valore. L’ennesima commissione parlamentare appare inutile, dal momento che già stanno indagando ben tre magistrature.

-Infine lo scrittore Saviano, il quale ha criticato l’intervento di Di Maio, accusandolo di voler lucrare voti sui cadaveri di migliaia di immigrati in fondo al mare. Come noto, Saviano ha scritto un libro sulla camorra credo nel Nolano. Il libro ha avuto grande successo e, conseguentemente come purtroppo spesso accade, lo scrittore è diventato un eroe della lotta alla camorra. Celebrità, scorta, interventi da oracolo, subito diffusi come fossero il verbo.

E’ un fatto che si ripete di scrittori o attori, i quali in modo brillante ed efficace, trattano o interpretano un tema delicato e diventano così per l’opinione pubblica esperti ed eroi del settore.

Al contrario decine e decine di bravi e coraggiosi funzionari dello Stato e Magistrati, che per tutta la vita si sono impegnati e si impegnano spesso con brillanti risultati nella lotta alla criminalità, denunciando , catturando malavitosi e spesso anche a rischio della vita, per la società non sono nessuno, non godono di alcuna popolarità, né di alcun privilegio.

Le cose scritte da Saviano erano sapute e risapute dai veri protagonisti della lotta alla criminalità. Fermo restando quanto ho detto relativamente all’intervento di Di Maio, anche Saviano avrebbe fatto meglio a tacere altrimenti, il suo intervento, quello si, può essere interpretato come un tentativo di ricerca di popolarità per un futuro ingresso in politica.

On. Gen. Luigi Ramponi

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