17 marzo 2014

 

Domenica 9 marzo mi sono recato a Fiuggi per partecipare ai lavori del 1° Congresso di Fratelli d’Italia. Mi accompagnava la curiosità di conoscere l’atmosfera nella quale si sarebbe svolta la riunione di una delle frazioni, a mio parere la più coerente, con buona pace di Fini e dei suoi patetici tentativi di rientro, tra le quali si è purtroppo frammentata Alleanza Nazionale e, con lei, la Destra italiana.

Come è noto, al termine della scorsa Legislatura sono stato colpito dai limiti d’età e quindi, automaticamente escluso dalla partecipazione ad incarichi parlamentari che avevo svolto per vent’anni. Ho preso serenamente atto di tale decisione, maturata in seno al PDL ed ho orientato la mia attività, peraltro ancora fervida a malgrado le decisioni del partito, verso altri interessi. Non si possono però dimenticare vent’anni di passione politica vissuta ed i richiami del cuore che batte ancora a destra.

Con questi sentimenti mi sono avviato di buon’ora verso Fiuggi e verso l’Assemblea di Fratelli d’Italia. Durante il viaggio covavo nel cuore una segreta speranza, quella di poter registrare una cospicua presenza ed un ritrovato entusiasmo da parte di una numerosa rappresentanza dei tanti che sono stati traditi dalla scomparsa di Alleanza Nazionale.

La prima impressione che ho avuto nel giungere è stata di positiva sorpresa. Già ad 1 chilometro di distanza dalla sede del Congresso tutti gli spazi, ed erano molti, disponibili per il parcheggio, erano pieni di auto e di pullman.

Raggiunta la sala riunioni, ho avuto la conferma di un’ampissima partecipazione e della presenza di una atmosfera che permeava di soddisfazione tutto l’ambiente. Mi ha ricordato l’atmosfera che accompagnò la nascita di AN ai primi del ’94, all’Hotel Ergife a Roma, perché è lì che è nata Alleanza Nazionale, i suoi fondamenti politici e il suo simbolo.

Ho trovato posto, ho molto gradito tanti e tanti saluti da parte dei militanti con i quali ho avuto modo di condividere impegno, entusiasmo e passione nei vent’anni di vita politica.

Mi sono anche emozionato al momento in cui La Russa al microfono mi ha salutato accompagnato da un applauso di tutta l’assemblea. La soddisfazione più grande l’ho comunque provata nel rivedere nel nuovo simbolo di Fratelli d’Italia, ben inserito al centro, l’amato emblema di Alleanza Nazionale, alla realizzazione del quale, vent’anni prima, avevo appassionatamente collaborato. Ecco, il rivederlo ancora, illuminato dai riflettori, tornare a campeggiare sullo sfondo del palco, ha di colpo cancellato la tristezza che mi aveva accompagnato dal momento della fine di Alleanza Nazionale.

A malgrado del fatto che, nel recarmi al Congresso, non avevo nessuna intenzione di prendere la parola, mentre si susseguivano gli interventi, piano piano è maturata in me l’idea di chiedere al coordinatore la possibilità di un breve intervento. Troppo lentamente è maturata quest’idea, per cui, quando alle 12, all’immediata vigilia dell’intervento finale di Giorgia Meloni, ho chiesto a La Russa se potevo avere due minuti, ho, giustamente considerato il momento meno opportuno, ricevuto un cortese, affettuoso diniego. Allora approfitto della cortesia del direttore Tedeschi per esprimere da queste colonne quello che avrei voluto dire e che conto possa essere recepito da tanti lettori.

Avrei ringraziato pubblicamente la bravura dei vertici di Fratelli d’Italia per aver saputo, in occasione dell’assemblea della Fondazione di Alleanza Nazionale, riuscire a diventare i legittimi “proprietari” del simbolo e di averlo inserito in quello di Fratelli d’Italia in maniera assai apprezzabile. In tal modo, oltre che salvarlo, hanno anche posto fine ai tentativi scomposti di non meglio definite neoformazioni di destra che si arrogavano il diritto di ereditarlo. Dopo aver manifestato tale sentimento di gratitudine, avrei invitato tutti i presenti a riflettere sulla grande apertura verso una riedificazione della destra politica che il successo del congresso consentiva di auspicare. La riflessione che doveva partire dalla presa di coscienza dell’eredità dispersa con la fine di Alleanza Nazionale, doveva e deve portare alla attendibile conclusione che, grazie all’eccezionale partecipazione in termini di presenze al Congresso di Fratelli d’Italia, il futuro porterà al ricompattamento di tutte le persone unite in un pensiero di Destra, tale da assicurare, in prospettiva non lontana, l’aggregazione del 12-15% degli italiani, recuperando tutto il consenso che, a suo tempo ha avuto Alleanza Nazionale, magari rivedendo l’attuale atteggiamento nei confronti dell’UE e della nostra presenza in Europa. L’auspicio legittimo è quello che Fratelli d’Italia venga riconosciuto, in tempi brevi, quale punto di riferimento e di coagulazione di tutte le frazioni nelle quali si era, sino a ieri, purtroppo divisa Alleanza Nazionale. Diversi oratori avevano chiaramente auspicato che, in occasione delle prossime elezioni, il partito potesse raggiungere il fatidico 4% che ne decretava la sopravvivenza. Mentre è comprensibile il dato del 4%, che costituisce elemento condizionante nell’ambito della procedura elettorale, dopo quanto è accaduto a Fiuggi in termini di presenza, di entusiasmo e di solidità di programmazione, legittimo l’auspicio di un raggiungimento ben più alto di consenso politico. Questo avrei voluto dire; questo è ciò che, dopo Fiuggi, mi auguro.

Gen. Luigi Ramponi

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