16 settembre 2014

 

Sono nato in Emilia, ma sono cresciuto sino a 18 anni prima in Etiopia a Gondar, e poi in Eritrea ad Asmara. Questi due paesi sono per me una seconda patria, e considero i loro cittadini miei compatrioti. Con loro ho respirato l’aria, sono stato bagnato dalla pioggia, e riscaldato dal sole, ho ammirato per migliaia di volte, il magnifico cielo stellato di notte dell’Africa.

Porto quindi con me, sentimenti di fraterna solidarietà nei confronti di coloro che debbono lasciare quelle aree, per trovare condizioni di vita migliori. Tale sentimento, si estende anche a tutti quegli esseri umani che affrontano gravi difficoltà, per fuggire da situazioni che rendono precaria la stessa loro esistenza in vita.

Ciò nonostante, non riesco ad accettare quanto è stato deciso, a mio parere, in maniera emotiva affrettata e irresponsabile: l’operazione “Mare Nostrum”. Dal momento della sua attuazione, sino ad oggi, l’iniziativa ha determinato l’avvio di un vero e proprio flusso inarrestabile di esseri umani, che in condizioni pericolosissime, si imbarcano dai porti dell’Africa settentrionale verso l’Italia, nella speranza di essere raccolti dalle navi dell’operazione “Mare Nostrum”. Proprio l’operazione, ha indotto centinaia di migliaia di persone, a tentare la rischiosa avventura.

Ad oggi, gli arrivi hanno superato il numero di centomila, e nel contempo un numero impressionante di sfortunati, ha perso la vita. E’ improprio affermare, come alcuni fanno, che l’operazione ha salvato più di centomila naufraghi, costoro non sono naufraghi, i naufraghi sono quelli (parecchie migliaia) che purtroppo hanno perso la vita.

La decisione irresponsabile, fu assunta in un contesto emotivo, determinato dal naufragio di Lampedusa, che costò la vita a 366 persone. Fu allora che si decise di avviare un’operazione, che pur avendo un fine umanitario, avrebbe scatenato, come era facile prevedere, una serie infinita di tentativi di immigrazione clandestina.

Oggi, il bilancio è tragico nel numero dei morti, disastroso nel numero degli immigrati irregolari. Tragico nel numero dei morti perché la loro entità, da quando è in attività l’operazione “Mare Nostrum” è enormemente superiore a quella di un qualsiasi precedente analogo periodo. Disastrosa perché l’arrivo di più di cento mila immigrati, ha saturato ogni decente possibilità di accoglienza, ha consentito l’infiltrazione della malavita nell’organizzazione di accoglienza, ha creato condizioni di profondo disagio agli stessi immigrati, comporta enormi spese (si pensi che un immigrato registrato, costa allo Stato ben 2.400.00 euro), un costo e un logorio dei mezzi impiegati nell’operazione enorme e aumentate pericolose infiltrazioni di malavitosi stranieri. Insomma un disastro.

Se si fosse voluto operare con serietà, vista la macroscopicità del fenomeno, si sarebbe dovuto prima di iniziare l’operazione, cercare di coinvolgere l’intera Europa, trovando il consenso nell’allargamento delle responsabilità dell’Istituzione Frontex (il cui compito è statutariamente diverso, salvo che per emergenze occasionali e di breve durata) e non chiedere l’aiuto dell’Europa a posteriori. Con buona pace delle affermazioni del nostro Ministro degli Interni, non si è ottenuto alcun concreto aiuto. Assumere una decisione individuale, per cercare poi a cose fatte, di obbligare gli altri a condividerne la decisione e l’onere, è un’azione responsabile da furbetti, qualsiasi ne sia la motivazione.  In ambito internazionale, questo, a differenza di quanto a volte purtroppo accade in Italia, non è consentito e ne stiamo pagando le conseguenze.

E’ giusto garantire l’aiuto e il soccorso a chi è nel bisogno e vive situazioni di estrema precarietà dalla Siria all’Iraq, ai tanti Paesi africani, ma è altrettanto doveroso, specie da parte di chi ha addirittura responsabilità di governo, assumere decisioni che portino alla soluzione del problema e non all’esasperazione dello stesso.

Prima di concludere desidero esprimere tutta la mia ammirazione e gratitudine, a tutti coloro, militari e civili che sono stati coinvolti in questa triste emergenza, per la dedizione e lo spirito di sacrificio dimostrato nell’assolvere un compito tanto difficile e ingrato

A questo punto mi auguro che il Signore ci aiuti, si che si possa trovare una soluzione fattibile. Intanto però il guaio è stato combinato.

Gen. Luigi Ramponi

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