27 ottobre 2014

 

Forse perché troppo presi dal tentativo di risolvere la difficile crisi che sta attanagliando lo Stato, forse perché troppo impegnati a fare “i compiti a casa”, ordinati dalla Germania, forse perché non sono all’altezza del compito, forse per qualche altro recondito motivo, una cosa è certa: lo sviluppo della politica estera nazionale condotto dagli ultimi tre Governi, è paurosamente deficitaria e arreca all’Italia un continuo di amarezze e mortificazioni. Alcuni esempi.

Per convincere l’Iran a cessare le diverse iniziative assunte in ambito nucleare, tendenti a porsi in condizione di costruire autonomamente l’ordigno  atomico, Stati Uniti ed Europa, decidono di imporre a quel paese pesanti sanzioni economiche.  L’Italia che ha con l’Iran ottime relazioni commerciali tali da assicurarle un ricco volume di esportazioni per le proprie aziende, accetta supinamente la decisione e blocca le esportazioni, determinando un grave danno alle nostre industrie ed alle nostre attività commerciali.  Ammesso che la minaccia nucleare iraniana fosse vera, anche se è legittimo dubitarne, dal momento che tale minaccia viene sbandierata da decenni e, nei fatti, non si è ancora realizzata, ma, ammesso fosse vera, era logico, in ambito internazionale, che nel gruppo di stati interlocutori dell’Iran per la ricerca di una soluzione, vi fosse anche il nostro paese. Tale presenza era resa obbligatoria sia perché l’Italia è uno dei paesi più importanti in Europa, sia perché i suoi rapporti commerciali sono stati i più penalizzati. Ebbene, nel “gruppo di contatto” l’Italia non c’è, a conferma di una condotta in politica estera di appecoronamento e poca dignità.

Per ragioni di conflittualità territoriale, razziale e nazionalistica, tra Russia e Ucraina è nato un pesante contenzioso che è sfociato in una vera e propria situazione conflittuale. Alle ragioni di carattere etnico, si sono anche aggiunti motivi di politica internazionale e di sicurezza, dal momento che l’Ucraina ha chiesto di poter entrare nell’Unione Europea, suscitando le ire della Russia. Combattimenti si sono sviluppati alla frontiera dei due stati, tra appartenenti ad etnie russe viventi in Ucraina, i quali chiedono il passaggio dei territori da loro abitati, alla Russia e le forze armate regolari dell’Ucraina che si oppongono. In tale contesto, la Nato e l’Unione Europea hanno ripetutamente accusato la Russia di aiutare con armi e materiali bellici la parte di origine russa. Non avendo ricevuto soddisfazione dall’atteggiamento russo, Nato e UE hanno decretato l’imposizione di sanzioni alla Russia. E, qui ci risiamo. Chi ha subito le peggiori conseguenze per tali decisioni: l’Italia, la quale ha visto il suo elevato volume di scambi bloccato e le sue aziende esportatrici, gravemente danneggiate, senza alcun ritorno compensativo. Come se ciò non bastasse, l’iniziativa, peraltro, a mio parere, molto discutibile, anche perché foriera di possibili ritorsioni da parte russa nelle fornitura del gas, essenziale per la produzione industriale nazionale ed europea, ha anche buttato a mare un solido rapporto di amicizia tra Italia e Russia, realizzato a suo tempo dal Govern di centro destra. Ulteriore dimostrazione di una politica estera priva di nerbo e di capacità di difesa degli interessi nazionali.

A questo punto uno può pensare che tali pesanti sacrifici possano essere compensati, magari, con aiuti e sostegni di solidarietà in altri campi o per altre esigenze della nostra nazione. Al contrario! Proprio nei momenti di emergenza, nei momenti in cui l’Italia avrebbe avuto bisogno del sostegno da parte dell’Unione Europea e della Nato, tale aiuto non si è, in alcun modo manifestato. Infatti: sin dall’inizio e, durante tutto lo sviluppo, della costosissima, economicamente insostenibile e disastrosa per le conseguenze, operazione “Mare Nostrum”, le richieste di aiuto presentate dai nostri  governanti in sede europea, sono state bellamente ignorate. Si può obiettare, non a torto, che chi ha deciso doveva perlomeno consultarsi prima con Bruxelles, si può dire che tale operazione era assai discutibile, tuttavia, ancora una volta l’Europa ci ha snobbato, mortificandoci. Un piccolo inciso: penosa a questo punto la figura di Alfano, costretto, in breve lasso di tempo, a smentire in Parlamento le bugie dette, dopo un incontro in Europa di qualche tempo fa, con la responsabile dell’operazione europea Frontex.

Sempre in termini di solidarietà mancata, a testimonianza ulteriore, della scarsissima considerazione alla quale ci ha portato la nostra politica in ambito internazionale,  concludo la lista degli esempi, con l’ormai arcinoto episodio del due Fanti di Marina, arbitrariamente trattenuti in India. Anche in tale occasione, Nato ed Europa, se ne sono lavate le mani. Da notare come i nostri due militari, operassero nell’ambito delle operazioni decise in sede internazionale, per la protezione delle nostre navi dagli assalti dei pirati, e come l’Italia partecipi, in maniera importante, ad entrambe le operazioni: sia in quella sotto egida Europea, sia a quella sotto egida Nato!

Vi sarebbero altre considerazione da formulare nei confronti  del modo in cui è condotta la politica estera nazionale, relative agli accadimenti in sede economica e finanziaria, nel cui ambito da parte dell’UE, tutto sinora si è verificato, eccetto qualche, seppur minima, apertura di solidarietà. Sarebbe troppo lungo parlarne e poi, purtroppo i lettori sono perfettamente al corrente, giacché ne sopportano ogni giorno le conseguenze. Mi auguro che gli attuali odierni rappresentanti, s’impegnino e riescano ad ottenere quel rispetto che l’Italia per la sua storia, la sua civiltà e il suo odierno spessore economico e politico, merita. In ambito internazionale vige la legge della foresta. Gli interessi della propria nazione vanno difesi con energia e dedizione.

Gen. Luigi Ramponi

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