6 maggio 2015

 

Ho provato legittima e bella soddisfazione, lo scorso primo maggio nell’assistere alla televisione all’inaugurazione di EXPO 2015. Mi sono commosso (come al solito) nell’ascoltare, l’Inno di Mameli, in particolare cantato con grazia e garbo dal coro del bambini. L’orgoglio e la soddisfazione derivavano dall’apprendere e dal costatare attraverso le immagini, la conferma, ancora oggi esistente della capacità ideativa e realizzatrice del nostro popolo, del fatto che nonostante il basso livello etico e in parte professionale nel quale siamo precipitati, riusciamo ancora a dar vita a qualcosa di valido in ambito internazionale. Certo, non ho potuto fare a meno di confrontare, con la mente, le immagini architettoniche che via via mostrava la ripresa televisiva, con il respiro e la forza espressa, sempre architettonicamente, nella concezione e nelle strutture dell’ E.42, (EUR), ideata ben più di settanta anni fa e non portata a termine a causa della guerra. Le splendide opere architettoniche realizzate dagli italiani di allora rimangono, bellissime tutt’oggi, seppur mortificate dagli inserimenti di altri edifici di nessuna bellezza, irresponsabilmente autorizzati dagli imbecilli del dopoguerra. E’ facilmente immaginabile che cosa ne sarà delle strutture di EXPO, fra settant’anni, anche di quelle destinate a rimanere. Al di là comunque, di queste spontanee considerazioni, mantenevo la mia soddisfazione per questa sfida vinta dalla nostra Italia, grazie all’impegno profuso da tutti coloro che si sono dedicati per la sua realizzazione. Ero contento e tale sono rimasto, anche quando le prime notizie, da parte dei responsabili dell’ordine pubblico hanno affermato che la manifestazione anti EXPO del pomeriggio si era svolta senza che si fossero verificati episodi  e disordini gravi. Anzi, il Ministro degli Interni esprimeva il suo compiacimento e la sua gratitudine alle forze di polizia che avevano saputo garantire ordine e sicurezza in modo esemplare. La mia soddisfazione era anche accompagnata (perdonate), da un piccolo senso di orgoglio, dal momento che su Telesport non avevo potuto vedere le riprese del Gran Premio ciclistico di Amburgo, perché annullato dalle autorità responsabili, a causa del timore di disordini. Noi invece avevamo consentito la manifestazione e impedito i disordini. Lo affermava il Ministro dell’Interno, il responsabile primo dell’ordine pubblico!

Quando, di sera, ho potuto conoscere e vedere, da radio e televisione, come si erano in realtà svolti i fatti, quando ho visto le immagini e ascoltato le voci dei cittadini testimoni, ogni sentimento di legittima soddisfazione è stato sostituito da un profondo sentimento di rabbia e di mortificazione. Le riprese televisive riportavano scene terribili di devastazione: macchine incendiate, segnaletica divelta, vetrine infrante, porte delle abitazioni addirittura fracassate, le urla dei cittadini sbalorditi e inferociti, incendi da ogni parte, muri imbrattati da scritte inneggianti la violenza contro quella bella realizzazione dell’EXPO che prima mi aveva fatto legittimamente inorgoglire. Appariva anche l’immagine del Ministro degli Interni che con una faccia di bronzo unica, continuava imperterrito a ripetere che la sua azione era stata un successo, giacchè aveva evitato guai ben più gravi! A lui faceva eco, (per forza), il Capo della Polizia che, a precisa domanda, rispondeva di essere stato  perfettamente a conoscenza dell’entità della minaccia, ma che aveva scelto la strategia di permettere quei disastri, per evitare “spargimenti di sangue”. In tal modo, alcune centinaia di estremisti, di terroristi, perché di vero e proprio terrorismo si tratta, le cui intenzioni, la cui entità, la cui identità erano “a perfetta conoscenza” dei responsabili dell’ordine pubblico, di fronte a più di cinquemila uomini delle forze di sicurezza, hanno avuto il permesso, direi l’autorizzazione a mettere a ferro e fuoco un intero quartiere di Milano”. In buona sostanza la cosidetta strategia è stata quella di lasciarli impunemente sfogare, pur di evitare “danni peggiori”. Vi è di che restare sbalorditi! E sbalorditi sono rimasti gli organi d’informazione stranieri, i quali hanno naturalmente riportato la gravità degli episodi commentandoli, a ragione, sarcasticamente. La sintesi migliore di quanto detto sta nella frase del quotidiano El Pais, che titola: ” la polizia italiana conosce la minaccia ma non ne impedisce l’esecuzione”. Personalmente non mi sono mai lasciato condizionare più di tanto dai commenti dei mass media stranieri, ma questa volta devo ammettere che hanno ragione! Così nelle loro edizioni, purtroppo, il risalto dato agli incidenti è stato spesso superiore a quello dato all’EXPO, grazie alla grande strategia di Alfano. E’ naturale e spontaneo che i cittadini si chiedano: “ma, se si era a conoscenza  di tutti gli aspetti della minaccia non si poteva agire per tempo, controllando i movimenti dei vari estremisti, i quali non sono nuovi a tali episodi e, pertanto, in Patria e all’estero, debbono essere ormai noti alle forze dell’ordine”? E ancora, con quale serietà si è affermato, nei giorni precedenti che il sistema di sicurezza organizzato garantiva dalle minacce? Se questa è stata la strategia scelta, allora già in precedenza si mentiva sapendo di mentire. Se si prevedeva una sostanziale impossibilità di evitare quanto accaduto, allora si doveva proibire la manifestazione per legittime ragioni di ordine pubblico, come hanno responsabilmente fatto i tedeschi ad Amburgo. Che dire poi dello stato d’animo degli uomini delle forze di polizia (alcuni anche fatti oggetto di percosse, lanci di razzi e bombe molotov, che da qualche tempo ricevono ordini di non intervenire ed elogi per aver lasciato fare!) Questo atteggiamento ignavo e fifone, da parte dei responsabili, determina un progressivo scoramento negli uomini delle Forze dell’Ordine e costante incoraggiamento presso i delinquenti. Il Presidente Renzi cerca giustamente di minimizzare quanto accaduto (chissà che rabbia in cuor suo!), parlando di quattro teppistucoli figli di papà. Signor, Presidente, se cinquemila uomini delle forze dell’ordine “lasciano fare enormi disastri a quattro teppistucoli, abbiamo veramente toccato il fondo!”

Dopo quest’ultimo episodio, credo sia finalmente giunto il momento di riaffidare alle forze di polizia, prima di tutto, la tutela dell’ordine pubblico,  il rispetto delle leggi e la sicurezza dei cittadini, mutando questo atteggiamento vile e permissivo. Le nostre forze di polizia sono ad alta professionalità, meritano ordini chiari e sostegno nella loro azione. Non meritano certamente titoli e commenti come quelli apparsi sulla stampa internazionale. Recuperiamo la nostra dignità e contrastiamo con coraggio ed efficacia questi “quattro teppisti”.

Sen. Luigi Ramponi

Categorie: Pensieri