30 maggio 2016
In un convegno svoltosi a Milano il 18 maggio dal titolo: “La cyber security come elemento strategico di sviluppo economico”, è stato presentato il progetto di un Cyber Parco da realizzarsi nell’area dell’EXPO, a somiglianza di quanto realizzato in Israele con l’Advanced Technology Park di Be’er Sheva.
Il progetto è senza dubbio molto interessante e può costituire una ottima soluzione per l’utilizzazione dell’area EXPO. Ritengo tuttavia opportune, alcune considerazioni.
La struttura Israeliana, riunisce, in un luogo unico, non molto distante dalla capitale, le multinazionali globali, le aziende israeliane del settore, i livelli di vertice del governo, i militari e il mondo universitario.
La situazione generale italiana, sia in ambito sicurezza sia in ambito territoriale, presenta aspetti diversi rispetto a quella israeliana e tale da non ritenere né opportuna né fattibile l’adozione completa del modello israeliano. In particolare, sia i livelli di vertice del governo deputati alle sicurezza cibernetica, sia i militari, debbono rimanere nelle attuali infrastrutture, peraltro già da tempo operanti. Pensare ad un loro trasferimento appare utopistico, inopportuno e antieconomico.
Quello che invece appare un’ottima soluzione è la realizzazione nell’area di un punto nazionale della ricerca cibernetica, con la presenza di aziende nazionali e internazionali, del mondo universitario e dei centri di ricerca autonomi. I vantaggi di tale concentrazione sono enormi sia per le facili possibilità di integrazione programmatica e modulare, sia per il migliore ed economicamente più vantaggioso impiego delle risorse (in primis quelle europee), sia per il livello di considerazione che un tale blocco di capacità rappresenterebbe in sede internazionale, sia, infine per la valorizzazione dei giovani cervelli nazionali, che la sua esistenza consentirebbe.
Per l’Italia si dovrebbe quindi pensare non a un centro complessivo di gestione della sicurezza e della ricerca cibernetica di tipo israeliano, ma di un polo di ricerca nazionale per il settore cibernetico.
Sen. Luigi Ramponi