19 luglio 2016

Il Governo Italiano e il CONI hanno concordemente presentato al Comitato Olimpico Internazionale la richiesta per l’assegnazione a Roma dei giochi olimpici del 2014.

La proposta italiana è in competizione con quelle di Parigi, Los Angeles, e Budapest.

Come sempre accade la candidatura è stata accompagnata da tutta una serie di commenti a favore e contro, basati sui costi, sul recupero diretto e indiretto degli stessi, sulla opportunità di spendere un forte numero di miliardi da parte del nostro Stato giù pesantemente indebitato, sulla validità dell’iniziativa che renderebbe Roma una città ricca di strutture moderne ed efficienti, sui nuovi posti di lavoro che verrebbero a crearsi.  A queste considerazioni, si sono aggiunte quelle relative alle perdite che hanno accompagnato i budget dei comitati che hanno organizzato negli ultimi vent’anni i giochi olimpici, alle spese che hanno sempre assunto un enorme incremento rispetto alle previsioni, ecc. La discussione è comunque rimasta sul piano teorico, in attesa della decisione del Comitato Olimpico Internazionale.

L’elezione della dottoressa Raggi a sindaco di Roma, ha portato un nuovo protagonista nel dibattito e, cosa più importante, nella decisione relativa alla effettuazione o meno delle Olimpiadi a Roma.

Il neo Sindaco, appena eletto ha confermato e ribadito la propria contrarietà all’attuazione dei  Giochi, chiamandoli:”Olimpiadi del mattone” e affermando:”Abbiamo un debito di 13 miliardi. Credo che chiedere ai cittadini di indebitarsi per altri 20, 30, o 40 anni non sia giusto.”

A questo punto si è parlato di Referendum, per ascoltare il parere dei cittadini romani. Considerato il disturbo che l’organizzazione e l’esecuzione di un’Olimpiade, comporta sia in chiave positiva che negativa, per gli abitanti della area di preparazione e svolgimento dei giochi, ritengo giusto che si ascolti l’opinione dei cittadini, i quali, a differenza di quanto accaduto per il Brexit, saranno in condizione di esprimere un parere  motivato, sulla base di precise conoscenze e sensazioni. Una vera e valida decisione democratica.

Tuttavia, considerata la macroscopicità che oggi hanno assunto i Giochi Olimpici, il fatto che, anche su dettato del Comitato Olimpico Internazionale,  per non creare eccessive concentrazioni su una singola città, le sedi delle varie competizioni debbono essere scelte in zone sparse nell’intera nazione, che le spese da sostenere gravano sulle finanze dello Stato, cioè di tutti i cittadini e non solo si quelli romani, la consultazione referendaria deve riguardare l’intera nazione e non solo i cittadini dell’Urbe.

In sostanza lo sforzo organizzativo e finanziario per le Olimpiadi, considerato il loro grande sviluppo, va sostenuto dall’intera nazione. Se si dovessero fare, dovranno essere le Olimpiadi dell’Italia e aggravi e benefici andranno ripartiti fra tutti.

Se questo è vero e giusto, allora il referendum deve essere proposto in chiave nazionale. Una favorevole occasione: il Referendum già programmato per ottobre,su altro tema, consente, senza alcun aggravio di spesa:(basta una scheda con SI/NO) di proporre la domanda su scala nazionale come è giusto che sia.

On. Gen. Luigi Ramponi

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