26 agosto 2016

Il Vice Presidente Usa Joe Biden si è recato ad Ankara ed ha incontrato il Presidente Erdogan nel tentativo, in buona parte riuscito, di allentare la tensione tra Turchia e USA, esplosa dopo il fallito tentativo di golpe.

La tensione derivava soprattutto dalla convinzione di Erdogan che la mente ispiratrice del tentativo di colpo di Stato fosse stato Fethullah Gulen, politologo leader del movimento Gulen, risiedente negli USA, del quale il Governo turco ha presentato ben quattro richieste di estradizione a quello americano. La risposta sin qui negativa degli USA era ed è ancora, l’elemento determinante la tensione.

Anche con l’Unione Europea, dopo il fallito golpe, a causa della feroce repressione nei confronti di coloro ritenuti più o meno coinvolti nella organizzazione del golpe o anche solo simpatizzanti dello stesso, attuata da Erdogan, i rapporti si sono inaspriti a seguito di alcune affermazioni di contrarietà e minacce di interruzioni dei dialoghi per l’entrata della Turchia in Europa, espresse da responsabili di vertice dell’ Unione Europea.

In particolare Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha avuto, espressioni durissime nei confronti di Erdogan, in modo, a mio parere, ingenuo e velleitario, dimostrando in tal modo la propria inesperienza, per non dire altro.

Nominare quale alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, una assoluta neofita di diplomazia e politica estera, prima o dopo se ne pagano le conseguenze.

Ritorniamo alla ricucitura delle relazioni tra USA e Turchia.

Alla fine di un mio precedente intervento, scritto subito dopo il fallimento del golpe turco, in risposta alle violente reazioni occidentali che minacciavano chissà quali negative complicazioni nelle relazioni tra l’occidente e la Turchia, affermavo: “ritengo che quanto accaduto debba considerarsi un problema interno della Turchia, seppur con qualche riflesso in sede internazionale. La Turchia costituisce un entità politica di grande peso e importanza nella sua area e presto le tensioni internazionali si allenteranno nell’interesse generale”.

Sono stato facile profeta.

Dopo solo un mese i rappresentanti di USA e Turchia, il Vice Presidente Joe Biden e il Capo del Governo turco si sono incontrati ed hanno sciolto molti nodi della controversia.

A conferma del successo dell’incontro, già il giorno dopo, il Segretario di Stato USA John Kerry, ha comunicato all’omologo turco Cavusoglu, che le forze Curde hanno iniziato il ritiro spostandosi ad est del fiume Eufrate, come richiesto da Ankara. Contemporaneamente da parte Turca è iniziata una potente operazione militare contro l’ISIS in collaborazione con i ribelli siriani ed aerei USA, che ha portato alla liberazione della città di Jarablus come concordato con gli americani.

In tutto questo, l’UE tace, come al solito, mortificata e completamente fuori dal gioco .

Il riavvicinamento USA –Turchia, non è certamente molto gradito alla Russia, che sollecita Erdogan ad agire contro l’Isis in accordo con Damasco e non con i ribelli siriani.

Ritengo tuttavia che, il riavvicinamento USA-Turchia, non pregiudicherà la parte più importante, cioè gli ottimi accordi commerciali stipulati in occasione del recente incontro Putin- Erdogan tra Russia e Turchia.

Per l’Italia ed i propri interessi economici, l’attenuazione delle tensioni con la Turchia, come auspicavo nel mio precedente intervento, costituisce un fatto positivo, nella speranza che soluzione analoga si possa trovare nei rapporti con la Russia, tali da consentire la riapertura dei rapporti commerciali, penalizzati dalle stupidissime sanzioni che hanno molto danneggiato le nostre esportazioni.

Gen. Luigi Ramponi

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