29 agosto 2016

Il terremoto del 24 agosto, la terribile calamità naturale che ha colpito una vasta area nel centro della penisola, ha messo a durissima prova la capacità di intervento, la tempestività e la efficacia del sistema di protezione civile nazionale.

La sfida, già di per se naturalmente difficile, per le caratteristiche di imprevedibilità del fenomeno sismico e per la violenza della sua manifestazione, è stata resa ancora più pesante dall’ora  (le 3.36 di notte), in cui si è manifestata.

Ho appreso la notizia dal giornale radio del primo canale, alle 4.00 del mattino.  Alle 3.36 dormivo e non ho avvertito nulla.

Lo speaker, nel dare l’annuncio, comunicava anche che il Capo del dipartimento della Protezione civile , aveva già convocato i collaboratori di vertice.

Da quel momento gli organi di informazione parlavano di situazioni progressivamente sempre più gravi, causa la violenza del fenomeno che si andava manifestando con conseguenze disastrose.

Contemporaneamente, la macchina della Protezione civile si metteva in moto e già pochissime ore dopo, la radio segnalava l’arrivo in loco nelle zone disastrate delle prime unità di soccorso.

Alle prime luci dell’alba, avvenivano addirittura i primi salvataggi di persone estratte dalle macerie. Veramente fantastico.

Poi, col procedere del tempo anche i piccoli paesi , le frazioni più remote, venivano raggiunte .

Nella tarda mattinata e nel primo pomeriggio, le trasmissioni televisive mostravano la presenza di grosse macchine movimento terra all’opera, per rimuovere le macerie e facilitare l’opera di salvataggio.

Contemporaneamente, i feriti venivano trasportati negli ospedali. Venivano allestite, in tempi rapidissimi,strutture di raccolta (non conosco il vero nome) con tende, lettini, coperte, cucine da campo, ecc… .

Già la prima sera e la notte, dopo il disastro, tutti i superstiti hanno potuto mangiare e dormire al sicuro.

Trattandosi di migliaia di persone, anche questo è eccezionale ed ammirevole.

Un ulteriore motivo di ammirazione è indotto dalla capacità della protezione civile, di organizzare e mantenere sotto controllo, l’afflusso di numerosissimi enti di volontariato in aggiunta alle forze istituzionali.

Nei tanti reportage televisivi che ho visto, apparivano soccorritori del pubblico e del privato in una ridda di divise diverse, tutti impegnati  in modo ordinato.

Gestire questo afflusso generoso di aiuti e inserirlo in un contesto operativo, efficace ed ordinato, è opera difficile e altamente meritoria. Si deve essere possedere un alto livello di preparazione professionale per poter coordinare al meglio tanta impetuosa generosità.

La conferma della bontà ed efficacia dell’organizzazione di intervento, è testimoniata dalla assoluta mancanza di lamentele per ritardi o scarsa efficienza degli interventi, da parte degli sfortunati, colpiti dalla calamità. Gli stessi, preso atto della generosa e tempestiva presenza dei soccorsi, hanno concordemente auspicato la stessa disponibilità e sostegno per il futuro.

Non chiedevano “venite”.

Tutti chiedevano “non ci abbandonate”.

Anche i mezzi ed i materiali impiegati, sono apparsi di alto valore e costruiti appositamente per tali tipi di intervento.

L’ottima preparazione ed organizzazione della protezione civile nazionale unitamente al ben organizzato e disciplinato contributo di numerosissime associazioni volontaristiche e comunali, provinciali, regionali, accorse da ogni dove, ha reso l’intervento di soccorso esemplare per tempestività ed efficacia.

Oggi l’efficienza e la capacità della protezione civile nazionale, ha dimostrato di saper affrontare in modo adeguato, le emergenze di carattere naturale e, fermo restando una imprevedibile aleatorietà, relativa alla entità dei fenomeni avversi, tale efficiente strumento,costituisce un confortevole esempio di eccellenza nazionale, prezioso per la sicurezza  dei cittadini.

L’efficienza del sistema di Protezione civile e la testimonianza di solidarietà partecipativa di tutto il Paese, sono due fatti positivi nettamente distinti dal marasma delle ruberie, mancati collaudi, interventi di rinforzo degli stabili fatti a metà,inaccettabili ritardi burocratici, promesse non mantenute, che , purtroppo, regolarmente emerge,  dopo ogni disastro naturale.

Questi fatti veramente positivi e non le promesse tante volte non mantenute, fanno ben sperare, nel futuro di questo Paese.

Gen. Luigi Ramponi

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