4 ottobre 2016

In uno dei soliti dibattiti del mattino sulla Sette, il giornalista e mio amico Padellaro, verso la fine della trasmissione, si è rivolto al rappresentante del PD, pronunciando più o meno le seguenti parole:” Fatemi la cortesia, voi del Governo, di smettere di attribuire sempre la colpa dei disastri attuali ai governi precedenti, anche perché il signor Renzi, ormai governa da quasi due anni.” Padellaro ha poi aggiunto:” Vorrei sapere perchè l’Italia, da qualche tempo, arriva sempre ultima, in ogni tipo di confronto con i paesi omologhi, sia sul piano della sviluppo, sia sulla “ripresa”, sia sull’aumento del PIL, dovunque”. Non ricordo quale sia stata la risposta del rappresentante del PD, ma non ha soverchia importanza. Sarà stata la solita inattendibile composizione di balle, giustificazioni e accuse.

Ma la domanda di Padellaro è giusta ed importante e merita un tentativo serio di risposta.

Immaginiamo una gara podistica tra Italia, Francia, Germania, Spagna, Inghilterra. Limitiamoci a queste cinque nazioni, più o meno omologhe. Il corridore italiano, per quanta volontà ci metta, arriverà sempre ultimo, come dice Padellaro, perché sulle sue spalle gravano tre pesi, molto più grandi di quelli sulle spalle dei contendenti. Il primo peso è quello del debito pubblico, con i conseguenti interessi da pagare. Il tutto assai più gravoso di quello sulle spalle degli altri. L’Italia ha addirittura un decimo del debito di tutto il mondo! Il secondo peso è quello dell’evasione. L’Italia ha un’evasione annua stimata tra i 150 e i 200 miliardi di euro, di molto superiore a quella stimata per gli altri. Il terzo peso è rappresentato dalla diffusione dell’illegalità, della trasandatezza, del trionfo dell’egoismo, della mancanza di senso dello Stato. Il popolo italiano è diventato un popolo indolente, furbesco, che non rispetta la parola data. Nella Capitale, dico la Capitale dello Stato, le biciclette vanno contromano e nessuno dice niente, le macchine sono parcheggiate dovunque e i camion bloccano la circolazione perchè” stanno lavorando”, i pedoni non rispettano regole e segnali anche perché questi ultimi sono spesso invisibili, le strade sono piene di buche, anche pericolose, i servizi pubblici sono scadenti, tutti i muri sono imbrattati, spesso i marciapiedi sconnessi, i giardini malcurati le immondizie non raccolte. Le chiamate agli uffici pubblici cadono senza risposta. In tante parti d’Italia negli uffici le assenze ingiustificate sono numerosissime (le forze di polizia, scoprono la punta dell’iceberg). La giustizia ha tempi talmente lenti che induce al reato e al trionfo della prevaricazione. Un paese dove in certi posti gli invalidi sono più numerosi dei sani! Un paese dove ogni giorno, vengono commessi reati ed aggressioni, senza che nessuno dei presenti accorra in aiuto della persona (spesso una donna) aggredita. Si potrebbe continuare all’infinito nel descrivere questo quadro di rilassatezza e illegalità. Mi fermo, ma è certo che nei paesi omologhi, questi fenomeni o non esistono o sono in tono molto minore.

Quale enorme differenza etica, morale e materiale dall’Italia del dopoguerra! Dall’Italia, veramente, allora, semidistrutta ma fortissima nel carattere, nella legalità, dall’Italia del miracolo, con i debiti di guerra pagati  col lavoro e con le distruzioni riparate dalla tenacia di un popolo vero, disposto al sacrificio e rispettoso delle leggi. Dopo poco tempo, negli anni cinquanta, andavo all’estero a Parigi, a Londra e pagavo taxi e albergo in lire italiane. Addirittura, non serviva il cambio! Tutti erano ben felici di accettare la moneta italiana.

E allora, caro Padellaro, queste sono le ragioni per le quali da qualche tempo arriviamo sempre ultimi. I vari governi e i loro capi, malgrado la presunzione che li caratterizzano e le balle che sparano, poco possono fare e lo fanno male, perchè sono ispirati dalla stessa etica, dalla stessa morale. Preferiscono vivacchiare, accettando tale situazione. La vera causa dell’arrivare ultimo, sta nei tre pesi che ti ho descritto e che penalizzano il corridore italiano. Se il popolo italiano, non ritroverà in tutti i suoi elementi, dai responsabili di alto rango ai normali cittadini, la strada della legalità, della rettitudine, del senso dello Stato e della società e continueranno a credere che facendo i “furbi” potranno vivere meglio, il nostro paese, continuerà la sua caduta, con buona pace della “ripresa” e delle bugie dei responsabili che lo guidano.

On. Gen. Luigi Ramponi

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