15 novembre 2016

Nello spazio di una settimana, due dei miei cari amici sono mancati. Prima l’illustre professor Umberto Veronesi, poi Enzo Maiorca, il grande campione. Due cari amici, entrambi conosciuti nell’aula del Senato.

Con Enzo Maiorca eravamo entrambi esordienti in politica nel 1994, Senatori di Alleanza Nazionale. All’inizio l’appartenenza allo stesso partito facilitò la conoscenza e la condivisione delle idee. Con il passare del tempo, i rapporti si intensificarono e si rafforzarono, non tanto sulla base di una condivisione di idee in ambito partito, bensì sulla base di un comune modo di giudicare le cose, di comportarsi, di ricercare continuamente nella confrontazione politica la verità, la giustizia, l’equilibrio, l’onestà e la rettitudine.

Abbiamo trascorso assieme molte ore, a volte anche parlando semplicemente di sport, ma sempre impegnati nel cercare di essere utili alla società. Soffriva Maiorca delle cose che non andavano bene nella sua Sicilia e aveva sempre la speranza di un miglioramento e, per questo si impegnava nella speranza di essere d’esempio e per poter ispirare fiducia alle brave persone. Non eravamo più giovani, ma lui conservava un fisico asciutto e, soprattutto, un sorriso magnifico. Era di modi gentili e cordiali che ammantavano un carattere d’acciaio e un coraggio delle proprie idee pari a quello che lo aveva portato   a diventare, a più riprese, campione del mondo. Era un campione vero.

Nella successiva legislatura non ritornò in Senato, ma continuammo a sentirci e abbiamo continuato sino a poco tempo fa. Negli ultimi tempi le telefonate si erano fatte più rare, ma sempre estremamente gradevoli.

Il professor Umberto Veronesi era Senatore della parte politica avversa, in una legislatura successiva. In occasione di un convegno a Milano, riguardante la pace, organizzato dalla sua fondazione, concordammo un mio intervento, che feci con grande gioia. Da quella volta diventammo amici e lui volle, con mia soddisfazione che io entrassi a far parte della fondazione. Anche con Veronesi il rapporto aveva le stesse basi di quello con Maiorca e prescindeva dalla diversa appartenenza politica. Le ragioni del rapporto e dell’amicizia superavano, con grande facilità, la polemica politica e cercavamo entrambi le soluzioni equilibrate e di buon senso che sempre condividevamo. Diverse volte stemmo assieme a colazione nella sala da tè al primo piano del bar…………… , lui rigidamente vegetariano riceveva un piatto speciale di sole verdure, io, me la cavavo con un toast.

Mi fu di grande aiuto e, soprattutto, di conforto in occasione del male che colpì e uccise mia moglie. Non riuscimmo a salvarla, nonostante il prodigarsi suo e dei suoi collaboratori.

Veronesi e Maiorca, uno del nord, uno del sud, due persone splendide, geniali, generose e coraggiose. Non eravamo dei politici come vuole la vulgata, anzi, eravamo l’opposto, ma proprio per questo eravamo dei veri politici, impegnati per il bene e il giusto della società. Mi auguro di poterli rivedere un giorno lassù.

On. Gen. Luigi Ramponi

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