29 dicembre 2016
Con ricorrenza periodica regolare, in campagna elettorale, alla vigilia di ogni nuova elezione al termine della legislatura, s’invoca, da parte del popolo, tra le altre richieste, quella ritenuta importantissima del ”cambiamento”. Puntualmente tutte le formazioni politiche, aspiranti al successo elettorale e quindi al Governo, promettono la realizzazione del “cambiamento”. Cambiamento di che cosa. Dalle promesse gridate ai sette venti: cambiamento di tutto. Delle persone con importanti incarichi nella pubblica amministrazione del sistemare le cose che non vanno, del peso delle tasse che verranno senz’altro ridotte, dei servizi e della loro gestione che raggiungerà un livello di efficienza molto migliore e cosi via.
Immancabilmente queste promesse sono fatte da tutti i candidati e, la gente, pur sapendo che, proverbialmente, le promesse fatte in campagna elettorale lasciano il tempo che trovano, finisce per abboccare e credere a qualcuno, dando a lui il suo voto di consenso. Accade cosi che puntualmente una delle parti in competizione vince ed assume la guida del paese. All’ondata di entusiasmo per la vittoria, subentra ben presto la preoccupazione per il mantenimento delle promesse fatte. Sulla base della mia ventennale esperienza politica, dopo quella quarantennale nella pubblica amministrazione, qui cominciano i problemi.
Per realizzare quanto promesso in termini di “cambiamento” naturalmente migliorativo, servirebbero, innanzi tutto, persone migliori, più capaci professionalmente, più oneste, più sensibili e dedicate al bene della società rispetto a quelle che hanno rivestito gli incarichi di alta responsabilità. Vi sono queste persone di riserva? Nell’ambito di coloro della parte vincente che svolgono attività politica di mestiere, il livello etico e morale è più o meno uguale a quello dei predecessori, mentre quello professionale è spesso, a fattor comune, assai scarso e, per ben che vada, analogo a quello di coloro li hanno preceduti. Per quanto ha tratto, poi, per gli operatori della pubblica amministrazione, da direttori generali in giù, non esiste proprio una lista di illustri professionisti in attesa di “giustizia”. Salvo qualche eccezione rarissima, coloro che si trovano ad occupare posti di responsabilità sono i migliori che il “mercato” può offrire, tra l’altro dopo una lunga e sperimentata carriera. Non esiste una riserva di personaggi da impiegare per realizzare il “cambiamento”. Anzi, bisogna stare attenti perché, a volte, nel tentativo, spesso frenetico, di “innovare”, si collocano persone nuove ma incapaci, in posti delicati di responsabilità, con conseguenze gravi, come dimostrano anche esempi recenti. Per realizzare davvero il ”cambiamento”, per molti versi davvero necessario in Italia, è necessario non il cambio delle persone, ma bensì, il cambio dei comportamenti delle persone. Solo un recupero etico e morale generale da parte di tutta la società nazionale, di tutti i cittadini, di tutti noi, e un serio impegno di carattere professionale, senso dello stato e perseguimento degli interessi della comunità, da parte di tutta la classe politica, possono risollevare le sorti cadute in basso di questo paese e realizzare il tanto agognato “cambiamento”.
Non si tratta di cambiare i responsabili, si tratta di responsabilizzare le coscienze di tutti, a partire da coloro che ricoprono gli incarichi più delicati e importanti.
“Il pesce puzza dalla capa.” E questa puzza, in Italia, dalle notizie radio, oggi, purtroppo, si sente ogni mattina.
On. Gen. Luigi Ramponi